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IL «TROTZKISMO» A RIMORCHIO DELLE NUOVE BORGHESIE NAZIONALI
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Il «trotzkismo» a rimorchio delle nuove borghesie nazionali
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Il «trotzkismo» a rimorchio delle nuove borghesie nazionali
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Le rivoluzioni anti-coloniali succedutesi dal 1945 ad oggi sono state inquadrate dal nostro partito nella loro prospettiva storica generale, a partire dalle Tesi Nazionali e Coloniali della Terza Internazionale; e sono state studiate nei loro caratteri particolari e specifici.

Per quanto riguarda l'Algeria, i lettori ricorderanno lo studio storico generale che ripercorreva le tappe della lotta anti-coloniale delle popolazioni algerine, e lo studio che esaminava in modo specifico la vittoria dell'FLN, il suo significato e le sue prospettive. Un articolo apparso sul n. 17 di «Programma Comunista» esaminava poi gli sviluppi più recenti del movimento di liberazione in Africa, e metteva in luce i primi sintomi di una separazione di questo movimento in classi contrapposte, e della formazione di organizzazioni embrionali autonome del proletariato africano.

Questo articolo («La nuova ora dell'Africa») esaminava la situazione algerina, il Congo ex-francese e la Costa d'Avorio. Da allora, il mondo arabo e l'Africa continuano a presentare una situazione esplosiva. Nell'ex-Congo Belga si sta verificando lo stesso fenomeno già apparso nel Congo ex-francese e nella Costa d'Avorio: l'entrata in scena del proletariato, per ora in nome di obiettivi borghesi radicali e rivoluzionari, nella forma della contrapposizione delle organizzazioni sindacali di recentissima formazione ai governi legati all'imperialismo. La situazione algerina, con la guerra algero-marocchina e la dissidenza cabila, presenta un contesto molto complesso anche dal punto di vista internazionale che sarà da noi seguito e studiato in prossimi articoli.

Per ora, vogliamo soffermarci sulla situazione algerina unicamente al fine di stigmatizzare il passaggio completo e dichiarato all'imperialismo (nemmeno alla rivoluzione borghese-radicale) delle organizzazioni sedicenti «trotzkiste».

• • •

Le organizzazioni sedicenti «trotzkiste» cercano ormai da lungo tempo di presentarsi come interpreti in Europa delle rivoluzioni anti-coloniali. Questo loro tentativo è arrivato finalmente al suo logico punto di arrivo: il passaggio delle organizzazioni sedicenti «trotzkiste» da interpreti a «interpreti autorizzate» di qualche governo e di qualche stato del «Terzo Mondo». Questo passaggio, naturalmente, è avvenuto soltanto nel desiderio e nei sogni delle organizzazioni sedicenti «trotzkiste». I governi e gli stati del Terzo Mondo hanno ripetutamente dimostrato di conoscere il modo di liquidare i loro «servi sciocchi». Questa liquidazione è avvenuta, con gran disappunto dei sedicenti «trotzkisti». ripetute volte: dalla Jugoslavia, a Cuba, alla Cina.

Di fronte all'Algeria, i dirigenti «trotzkisti» devono essersi detto: o questa volta, o mai più! È così avvenuto che Ferhat Abbas, Ben Kedda, Ben Bella, si siano lasciati intervistare dall'inviato «trotzkista». È così avvenuto che un dirigente «trotzkista», Michel Pablo, sia riuscito a vedere accettati i suoi servizi dal governo Ben Bella, il quale lo ha nominato «amministratore dei beni nazionalizzati».

Come «amministratore dei beni nazionalizzati», Michel Pablo ha avuto naturalmente la sensazione di elevarsi di molti cubiti al di sopra della sua meschina statura. È come «interprete autorizzato», finalmente, che egli ha potuto mandare a «Bandiera Rossa» (n. 8) la sua corrispondenza. Vi si trova in primo luogo un esame delle conquiste «socialiste» realizzate da Ben Bella. Queste conquiste si riducono naturalmente all'autogestione:
«
... un gran numero di aziende e di fabbriche sono ora in possesso di organismi di autogestione regolarmente eletti».

Il contenuto «economico» dell'autogestione, viene così definito dallo stesso Michel Pablo:
«
Perché l'autogestione abbia successo, è necessario che lo stato e le organizzazioni nazionali, i sindacati e il F.L.N. in particolare, aiutino gli operai a superare le difficoltà che questi incontrano sul piano del credito, delle possibilità di commercializzazione e dell'inquadramento tecnico necessarie delle aziende e delle fabbriche».

Il significato non esoterico di queste parole dimostra ancora una volta che le misure adottate da Ben Bella, non solo non sono socialiste (per la contraddizione che nel consegue - misure economiche socialiste non sono possibili nel quadro di uno stato nazionale, non parliamo poi di uno Stato come l'Algeria - questo è l'a-b-c del marxismo ribadito da Trotzkij contro Stalin), ma sono misure che non marciano nella direzione del socialismo, né dal punto di vista economico, né dal punto di vista politico.

Dal punto di vista economico, l'autogestione operaia delle aziende è la negazione del socialismo (e come tale fu combattuta da Lenin, dopo la presa del potere in Russia da parte del partito bolscevico), ed è nello stesse tempo un'illusione che non ha la possibilità di realizzazione. L'autogestione si rivela tuttavia come uno strumento demagogico utilissimo per frenare la spinta rivoluzionaria del proletariato: dunque, come uno strumento politico nelle mani della borghesia.
«
Le difficoltà sul piano del credito, delle possibilità di commercializzazione e dell'inquadramento tecnico necessario delle aziende e delle fabbriche, ha svuotano di per sé ogni autonomia dell'autogestione dal punto di vista economico, e la riconducono nel quadro del capitalismo».
Chi tiene presenti questi elementari insegnamenti del marxismo e della realtà, non attribuirà dunque alcuna importanza all'elezione più o meno democratica di questi organismi di autogestione. Tutti gli sforzi di Michel Pablo per dimostrare la democraticità delle elezioni cadono dunque nel nulla.

Michel Pablo non dimostra soltanto di tradire il marxismo nei confronti della borghesia rivoluzionaria anti-coloniale, ma di tradire la borghesia rivoluzionaria nei confronti dell'imperialismo. Michel Pablo arriva a questo non invidiabile risultato difendendo con ferocia inaudita Ben Bella contro Boudiaf e l'opposizione di sinistra cabila. Egli si scaglia dunque contro
«
coloro che vogliono giudicare la validità dell'indirizzo della Rivoluzione, sulla base di fenomeni di sovrastruttura, della religione, della condizione delle donne, della forma della Costituzione...».

Notiamo, fra l'altro, che questi «fenomeni di sovrastruttura» non sono fenomeni di natura individuale, nel qual caso si spiegherebbe la loro sopravvivenza, ma sono le forme politiche, giuridiche, statali, della sovrastruttura: la religione, la condizione delle donne, la costituzione. Questa sovrastruttura, dovrebbe evidentemente essere abbattuta da una rivoluzione (sia essa borghese o proletaria). Ben Bella ha conservato nello Stato sovrastrutture tipicamente feudali e coloniali: è stato costretto a questo risultato a causa della sua politica di patteggiamento con De Gaulle, e a causa della sua viltà nei confronti delle rivendicazioni borghesi-rivoluzionarie di unità del Maghreb e di sommovimento di tutto il mondo arabo.

Ora, contro coloro che in un modo più o meno radicale si fanno portavoce di queste rivendicazioni borghesi-rivoluzionarie (nemmeno proletarie e socialiste), Michel Pablo lancia l'accusa di «servi dell'imperialismo».
«
Esasperati da tali conclusioni, alcuni possono anche abbandonarsi a ogni sorta di eccesso, anche «ultra-sinistro», armi alla mano, e andare ad accamparsi nel maquis di DraMizan, in compagnia di elementi coscientemente o incoscientemente manovrati dall'imperialismo».

E ancora:
«
Intervenire con le armi nello sviluppo in corso della Rivoluzione Algerina, contro il potere di Ben Bella... è il colmo non solo della leggerezza caratteristica del confusionarismo ultra-sinistra, ma anche della provocazione pura e semplice».
Così conclude Michel Pablo:
«
Di fronte a tali mene, la clemenza del regime in realtà resta eccessiva»!

Quest'ultima frase completa il quadro di questo antiburocratiche amministratore dei beni nazionali, di questo democratico, il quale sogna di divenire ministro della polizia nel governo Ben Bella, per eliminare definitivamente Boudiaf e l'opposizione cabila, senza indulgere a clemenze eccessive...

Di fronte a questo vergognoso episodio, noi, che non abbiamo nulla in comune con borghesi-radicali del tipo di Boudiaf, concludiamo constatando quanto premettevamo all'inizio di questo articolo: il trotzkismo, il quale nutriva l'ambizione di presentarsi come l'interprete delle rivoluzioni anti-coloniali nei confronti del proletariato europeo, non ha solo tradito il proletariato e il marxismo in queste rivoluzioni, ma si è addirittura schierato con l'imperialismo contro la borghesia radicale.

A questa constatazione, aggiungiamo un avvertimento diretto ai ben noti signori Pablo, Maitan, Germain, Frank, ecc. Da troppo tempo essi vanno spacciando per il mondo il loro falso trotzkismo, dimostrando nei fatti che il loro rapporto con Leone Trotzkij è lo stesso rapporto che intercorre fra un Krusciov... e Lenin. Stiano in guardia. Si vanno preparando delle situazioni in cui questo lurido gioco si presenterà non solo difficile, ma impossibile!

Source: «Il Programma Comunista» - 11-29 novembre 1963 - N. 21

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